Concussione

Art. 317 codice penale
Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dodici anni.
È un fatto gravissimo, che viene punito con una pena molto elevata: si tratta di costringere qualcuno, con violenza, con minaccia, a farsi dare una tangente.
CASISTICA
CASO 1: Condannato per concussione un Sindaco che in una seduta della Giunta Municipale ha costretto un assessore ad esprimere un voto favorevole all’assunzione di un dirigente dello stesso Comune al di fuori della dotazione organica, minacciando che, se non avesse espresso detto voto favorevole, gli avrebbe revocato la delega assessoriale e lo avrebbe estromesso dalla giunta comunale. (Cass. pen. Sez. VI, Sent., (ud. 30-05-2017) 20-07-2017, n. 35901)
CASO 2: Condannati per concussione un consigliere e un assessore comunale che per convincere le persone offese ad accettare le sue illecite pretese, aveva manifestato la possibilità di interferire presso il competente amministratore comunale per favorire la definizione di una pratica riguardante abusi edilizi. (Cass. pen. Sez. VI Sent., 13/01/2017, n. 8512 )
CASO 3 Condannato per concussione il tecnico comunale che pretendeva dal gestore di uno stabilimento balneare, in cambio di una rapida regolarizzazione degli abusi edilizi, il conferimento dell’incarico professionale allo studio legale dei figli, revocando il precedente difensore di fiducia.(Cass. pen. Sez. II Sent., 09/10/2014, n. 46401)
CASO 4: Il giudice ha ravvisato gli estremi del reato di concussione con riferimento alla condotta di alcuni amministratori comunali, membri della commissione per l’assetto del territorio, che avevano chiesto ed ottenuto somme di danaro ed altre utilità da alcuni soggetti interessati alla definizione di pratiche urbanistiche, prospettando loro – in caso contrario – una valutazione sfavorevole o il rinvio dell’esame in commissione, in un contesto operativo di totale arbitrarietà, da essi instaurato e gestito, nel quale la fissazione e trattazione dei procedimenti avveniva senza il rispetto di alcun criterio logico né cronologico, e spesso anche senza alcuna preventiva istruttoria da parte degli uffici tecnici del comune (Cass. pen. Sez. VI Sent., 10/04/2014, n. 41110 )
CASO 5: Pronunciandosi sulla nota vicenda che aveva visto quale protagonista l’ex Premier, accusato di concussione per aver indebitamente fatto pressioni su un funzionario di polizia per ottenere l’affidamento di una minore ad un consigliere regionale, spacciandola come nipote di un noto politico egiziano, la Corte di Cassazione, ha chiarito che non è la mera posizione sovraordinata e di supremazia, sempre connaturata alla qualifica di pubblico ufficiale in ragione della qualità rivestita o della funzione svolta, a integrare il delitto di concussione soltanto perché la controparte, per motivazioni a se interne, venga comunque ad avvertire uno state di soggezione, ciò perché, ai fini dell’integrazione di tale illecito, è necessario che la condotta abusiva del pubblico ufficiale divenga positivamente concreta, nel senso che la vittima deve essere posta nella condizione di percepirne l’effettiva portata intimidatoria e costrittiva, idonea a ingenerare in lei il timore di un danno contra ius, in caso di mancata adesione alla richiesta d’indebito che gli viene rivolta.
CASO 6: Condannati per concussione un sindaco e un assessore all’urbanistica che avevano costretto un imprenditore a nominare quale “direttore dei lavori” un soggetto a loro vicino destinato a funzioni di collegamento tra l’impresa e l’amministrazione comunale, per evitare di soggiacere ai continui ricatti ed ostacoli prospettatigli. (Cass. pen. Sez. VI, 19/12/2013, n. 23055)
CASO 7: Condannato per concussione un funzionario comunale che per il rilascio di una concessione edilizia aveva costretto un cittadino ad affidare alcuni lavori ad una ditta da lui indicata. (Cass. pen. Sez. VI Sent., 23/05/2013, n. 29338)
CASO 8: Condannato per concussione un sindaco che aveva esercitato indebite pressioni su di un consigliere comunale, provocandone le dimissioni, così da liberarsi di un avversario politico. (Cass. pen. Sez. VI, 01/02/2006, n. 21991
CASO 9: Il giudice ha ritenuto ravvisabile il reato di concussione, in una vicenda nella quale un imprenditore edile si era indotto al pagamento di tangenti, per ottenere autorizzazioni del tutto legittime, dopo aver avuto conferma da un noto esponente politico locale, profondo conoscitore dei meccanismi decisionali di un’amministrazione comunale, che quello era l’unico sistema per rimuovere una situazione di stallo in cui si trovava la sua pratica, in un contesto in cui il prolungato ritardo nel rilascio delle autorizzazioni aveva già prodotto una gravissima situazione finanziaria a causa della interruzione dell’attività edilizia per oltre un anno.

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